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Batman senza Robin
Pubblicato il 8 giugno 2012
164cm per 60kg: diciamo un fisico da tuffatrice alla Tania Cagnotto. La nostra Sara non indossa ancora il costume da mare (lo farà sicuramente dopo Wimbledon, non ne dubitiamo) ma un vestito monocolore. Ieri si è sporcata, e noi sappiamo bene quanto è difficile mandare via il colore rosso della terra dalla maglietta. Fate una prova: giocate con i calzini bianchi in uno dei qualsiasi campetti sparsi per l’Italia e poi ci fate sapere. Senza chiedere alla mamma il trucco segreto. Si è sporcata, ma per un ottimo motivo! Ha abbandonato – letteralmente – il suo corpo nella zona centrale del campo dopo aver conquistato il decisivo punto che l’ha condotta alla finale di Parigi. Lei, Sara, nata a Bologna ma cresciuta a Ravenna, è salita alla ribalta dei trafiletti dei giornali insieme alla sua “compagna di giochi” Roberta Vinci. Il nostro doppio. Loro due, in pratica Batman&Robin. Dei supereroi di Gotham City hanno le mantelline. Volano da un punto all’altro del campo, si tuffano a rete e poi tornano sulle righe di fondo. Ne sanno qualcosa le avversarie di Roma, ne sanno qualcosa le duellanti di Parigi. Batman-Sara è fuggita solo per poco dalla sua Robin. Nessuna lite stile Spice Girls. Si è iscritta ai tabelloni del Roland Garros e, partita dopo partita, è giunta al Gran Finale. Come Francesca (Schiavone) negli ultimi due anni. I francesi, notoriamente popolo non troppo accomodante con i cugini italiani, hanno tifato come se nella bandiera a fianco del nome di Sara non ci fosse il verde patriottico italico ma il loro amato bleu. Ci siamo commossi a vedere le sue lacrime, di gioia. Lei, tanto piccina, seduta sulla panchina. Lo stadio, tanto grande, in piedi ad applaudirla. Bravissima Sara, apri la tua mantellina. Mancano ancora due splendidi voli sulla Senna.